Alla firma dell'accordo quadro tra Italia Civica e il MIR, Berni, Maiorana e Samorì si confrontano sui progetti politici e chiariscono gli scenari futuri!

Durante l’incontro romano, dove è stato sottoscritto l’accordo quadro tra i Moderati in Rivoluzione e Italia Civica, i rappresentanti dell'intesa si scambiano una serie di “botta e risposta” per meglio comprendere e far comprendere, le discrezioni e indiscrezioni, che si celano dietro agli intenti e alla reciproche esperienze sul fronte politico: Berni e Maiorana (Coordinatori di Italia Civica) chiedono all'Avv.Samorì (presidente Moderati in Rivoluzione): 

“Avvocato, ma cosa si aspetta da un intesa collaborativa con una rappresentanza di liste civiche, che sono spesso contenitori trasversali di volontari, attratti e innamorati della politica legata solo ai propri territori? ...

Samorì risponde in maniera diretta: “mi auguro di poter offrire, a quelle persone animate dalla rara passione che muove gli spiriti civici, la possibilità di costruire un progetto nazionale, che dia a loro la necessaria visibilità, pur mantenendo la propria autonomia e identità locale, piuttosto che poter creare i presupposti per perorare le istanze civiche in ambiti parlamentari, in modo tale da materializzare concreti risultati per i propri territori, altrimenti rimessi a quelle forze partitiche nazionali, che sfrutterebbero a loro piacimento questa grossa risorsa. In sintesi, voglio poter costruire insieme a chi vorrà e a chi avrà fiducia nel nostro progetto, un movimento nazionale, che sia anche l'interfaccia reale del civismo italiano; una vera e propria lista civica nazionale che faccia partecipare attivamente quelle fondamentali organizzazioni civiche locali già esistenti” 

Adesso giro io a Voi la stessa domanda, perché ipotizzate la necessità di scendere in campo sul piano nazionale
”Berni risponde telegraficamente: “Beh, Lei ha già dato in parte la risposta” e poi puntualizza “molte circostanze legate ai singoli comuni, quali le infrastrutture, piuttosto che le autonomie locali, oppure particolari problematiche sociali ed economiche ed altro ancora, si possono affrontare solo su scala nazionale e al fine di svincolarsi dalla politica di parte; dobbiamo poter far valere la nostra autentica voce civica nei contesti governativi nazionali e far capire che il rilancio della politica, della nostra nazione e della nostra economia, può e deve passare solo dalla politica del territorio e non dalle decisioni centralizzate. A Roma si devono elaborare e mettere in atto le esigenze che nascono dai singoli comuni, è li che si hanno le relazioni dirette con le comunità; è inconcepibile pensare che gli indirizzi strategici a livello nazionale, nascono solo nelle segrete stanze della capitale, distanti dalla gente comune e dalle opportunità e criticità che caratterizzano la vita dei cittadini. Noi vogliamo invertire questa tendenza; in sintesi le decisioni vorremmo anteporre i bisogni dei comuni per ricostruire un bene collettivo, indirizzato da quelle legislazioni ratificate in conseguenza di queste istanze. Ormai la gente percepisce che il Governo centrale è troppo distante dalla realtà, siamo di fronte ad una situazione che paranormale, pare che i parlamentari vivano in un altro pianeta, senza rendersi conto delle locali situazioni che attanagliano il paese” 

L'Avvocato Samorì replica: 
“ma questa sarebbe una rivoluzione” e Berni precisa: “non direi rivoluzione, oserei definirla una rievoluzione, ma anche Lei si auspica una vera rivoluzione no?” 

Samorì puntualizza: “Si, una rivoluzione però guidata da moderati e con spirito costruttivo. Non è sufficiente una politica basata solo sulla protesta, la politica deve pur esaminare le proteste, ma deve essenzialmente concentrarsi sulle proposte! Solo un popolo moderato reagisce in maniera costruttiva e propositiva, le derive populiste non possono trovare spazio nel nostro progetto” 

Il Prof. Maiorana prosegue con un ulteriore richiesta di precisazioni, puntando l'attenzione su ideologie e visioni politiche: “ma lei crede ancora nella contrapposizione ideologica, forte e distintamente marcata?: 
“parlare del pericolo del comunismo, come spesso ho sentito dire, o di fascismo, più volte richiamato è oggettivamente anacronistico, fuori luogo fuori tempo, non sono certo questi gli argomenti di contrapposizione e sopratutto poco interessano alle nuove generazioni alle quali noi guardiamo con particolare attenzione. È ovvio che certi concetti marcatamente ideologici, quali per esempio l'omosessualità, l'etica della vita, l'interazione sociale, sono argomentazioni dove ognuno di noi risponde ad una propria coscienza, ma non sono certo queste le argomentazioni che allo stato attuale risultano essere prioritarie per il nostro paese.” 

allora quali sono le situazioni da affrontare nell'ottica di un nuovo processo politico: 
“noi vogliamo occuparci prevalentemente del benessere dei cittadini e della collettività e per far questo occorre liberare la crescita e ottimizzare la spesa pubblica. Non è opportuno pensare ai licenziamenti, questi creano solo disagio sociale, bisogna concentrarsi su un concreto progetto di spending review e una reale proposta di rilancio dell'economia, una adeguata riforma fiscale. Per esempio, tra le prime cose da fare bisogna eliminare quelle pensioni straordinarie o quei compensi in eccesso destinati a coloro che ne dispongono già una, utilizzare le riserve auree per tmponare le emergenze economiche del paese e acquisire allo Stato i benefici delle fondazioni bancarie, quali vere e proprie casseforti che alimentano i sistemi di potere, inserire una aliquota patrimoniale per coloro che oggettivamente dispongono di enormi patrimoni; mentre sul fronte del rilancio dell'economia è necessario agevolare l'impresa con abbattimento degli oneri fiscali recuperando quegli introiti sommersi facilmente identificabili attraverso la defiscalizzazione offerta ai cittadini. 

Samorì gira la domanda a Berni e Maiorana chiedendo
“e voi che idee avete in tal senso” “Noi come sempre anteponiamo l'interesse dei propri territorio, agevolando lo sviluppo di economie locali, che attraverso sinergie territoriali, possano generare occupazione e competitività. Noi crediamo molto nel modello dei distretti industriali, ma sopratutto ci auspichiamo un vero federalismo che restituisca gran parte dei risultati economici prodotti in loco alla stessa comunità produttrice, pur garantendo contestualmente un fondo di riserva nazionale. Vogliamo inoltre trasformare la politica ambientale, come volano per l'economia, sfruttando in particolar modo quelle nuove tecnologie per le produzioni energetiche. Contestualmente vogliamo rivedere l'uso dei nostri territori in maniera oculata, privilegiando l' ottimizzazione dei centri abitati già urbanizzati a discapito di nuove lottizzazioni che genererebbero solo ulteriori costi, aggravi per la collettività in generale e sperpero di territorio. 

I rappresentanti di Italia Civica chiudono con una domanda pungente, che sorprende loro come coloro, che digitando su un qualsiasi motore di ricerca il nome di Samorì, si vedono apparire tutta una serie di collegamenti, con Berlusconi, Dell'Utri, piuttosto che circostanze bancarie. Avvocato, il civismo si contraddistingue da quei contesti che hanno contraddistinto la scena politica degli ultimi 20 anni... ci faccia capire meglio questo groviglio con queste circostanze: 

“Voi sapete meglio di me, che quando si è orientati a rivoluzionare certi equilibri ben definiti a vantaggio di pochi, e si vuol incidere sul miglioramento generale della collettività, tentando di scardinare i poteri forti, si è subito attaccati da quel fuoco incrociato nemico, fatto di lobby, media e opinionismo. Quando si ha l'audacia di uscire da certi schemi preordinati, si mettono subito in atto i vari tentativi di esser rappresentati con le peggiori accezioni, salvo poi dimostrare il contrario di tutto (vedi per esempio la vertenza bancaria legata alla Popolare dell'Emilia Romagna). Per non essere politichese e rispondere alla Vostra domanda in merito all'orientamento verso Berlusconi; ricordo che le proposte di cui abbiamo appena accennato, mi pare siano elementi di rivoluzionaria novità. La mia conoscenza con Berlusconi e con Dell'Utri; non posso certo sconfessare relazioni personali, sporadiche con il Presidente Berlusconi, mentre quelle con il Senatore Dell'Utri erano legate alla mia partecipazione alla vita dei Circoli del Buon Governo, nel periodo tra il 2006 e il 2008. Niente di più, niente di meno, sostanzialmente nulla di disdicevole, ma personali rapporti che intrattengo come con moltissime altre persone più o meno note."

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